L’inadeguatezza e la pochezza della politica veneziana rappresentano lo stato confusionale in cui versa il Paese intero.

Premessa: nel presente articolo le parole veneziano, veneziani, veneto e veneti, non si riferiscono agli abitanti di Venezia e del Veneto, ma solo ed esclusivamente alla classe politica poco lungimirante che governa la città e la Regione, salvo altre indicazioni.

Venezia non è una delle città più belle al mondo soltanto per la sua arte. Almeno, non soltanto per la sua arte “fisica” ossia la Basilica di San Marco, i suoi edifici, ponti e canali costruiti con genio e maestria: è di più. È il luogo che di fatto ha donato al mondo quelle cose senza le quali la nostra vita, probabilmente, oggi sarebbe diversa da come la conosciamo. Tra queste cose si annoverano: il commercio, la contabilità a partita doppia, le banche e le assicurazioni. Dunque la finanza e il commercio sono nati a Venezia. 

La Serenissima era il simbolo di tolleranza e cultura. I veneziani (in questo caso inteso come abitanti della città) hanno dominato i Balcani e il loro potere si è espanso fino alla Turchia. È stata un ponte tra Oriente ed Occidente, tra mondo Cristiano (cattolico e ortodosso) e quello Musulmano. Tuttavia, non essendo questo un articolo che intende parlare di storia mi devo fermare qui ribadendo con orgoglio da italiano che la città è oggi Patrimonio dell’Umanità

Emigrazioni e Geopolitica italiana.  
In un “salto” immaginario arriviamo al ‘900, e i veneti, i veneziani (anche in questo caso intesi come abitanti) cosi come i meridionali sono accomunati da due cose: sono contadini e sono poveri. Allora emigrano. Emigrano in Australia, in Germania, in Argentina, Brasile e Stati Uniti. I “terroni” e i “polentoni”, all'estero, non si capiscono. Gli uni parlano soltanto dialetti veneti, gli altri soltanto quelli meridionali: ma entrambi pensano di parlare italiano. Entrambi, giustamente, si definiscono italiani. Si certo, i primi orientati verso il mondo mitteleuropeo, gli altri verso quello Mediterraneo. I primi "austriaci", i secondi "africani". Ed è questa la geopolitica italiana, è questa la forza della politica estera italiana che rende perfettamente coerente, ad esempio, l'aver consentito al fu Andreotti di essere pro-Germania, pro-palestinese, pro-Sovietico e pro-Americano allo stesso tempo. Il tutto nella perfetta coerenza delle politiche estere italiane, pre unitarie e che non soltanto sopravvivono all'unità d'Italia, ma che oggi fanno parte integrante dei nostri indirizzi di politica estera. Qualora si volesse approfondire sul tema, suggerisco di leggere il numero dedicato di Limes [1] .

Venezia oggi e la volgarità della Lega e di Galan: il Mose. 
Perché Venezia non è più quella città tollerante di allora? Perché la Lega ha detto ai cari laboriosi veneti che i "terroni" delinquono e gli rubano i posti di lavoro. Gli hanno detto di non andare al Sud, che c’è il colera. Gli hanno detto insomma che noi "terroni" (un giorno, forse, capirò il significato di questa parola) siamo da emarginare. Non hanno detto che la Lega dura e pura invece al Sud ci andava. E non soltanto in vacanza, ma anche a cercare gli “amici” in grado di portare voti alla "causa secessionista", da realizzare ovviamente con soldi della 'ndrangheta e di "Roma ladrona". Ci andava a riciclare i soldi che i cari duri e puri imprenditori veneti, e in generale da tutto il Nord Italia, generavano e generano nei Paesi dell'Est Europa. D'altronde, i settentrionali sono si laboriosi e onesti, ma se c'è da immatricolare un'auto all'estero per non pagare il super bollo e aprire una società di comodo per aggirare il cosiddetto Decreto Sicurezza voluto da Salvini allora si chiude un occhio.
  
Cosi, prima contro i terroni, poi contro i neri. Ad un certo punto contro i cinesi. E poi contro i turisti. Ma quando il turista che visitava Venezia era anche meridionale o comunque non veneto, allora si è creato un altro capro espiatorio da esibire ai cittadini veneti. 
Il capro espiatorio che deve portare su di se le colpe legate al fantomatico "degrado" della città. Personalmente non ho mai visto degrado a Venezia ma la politica dice di si, riesumando il sempre caro mito di Arcadia. Dunque è il turista che porta degrado perché reo di mangiare un panino seduto a terra, inoltre non contribuisce all'economia locale perché non va a comprare un pezzetto di pizza a 10 euro dal caro laborioso veneziano (in questo caso come cittadino). L’esigenza di individuare un nemico comune, un diversivo, è dato dall’incapacità della politica a risolvere i problemi strutturali della città. Per quanto bella, Venezia è fragile. Allora, sono stati i turisti che mangiano un panino per strada ad aver provocato l’allagamento alla città, o il “tesoretto” frutto di tangenti dovuto alla vergognosa opera del Mose sequestrato all’ex governatore Galan? Lo scandalo del Mose non è soltanto una storia di ordinaria corruzione, ma è un crimine contro l’Umanità, perché distruggere Venezia significa privare il mondo di un pezzo di se stesso. 


La schizofrenia dei politici e il lume della ragione ai tempi del covid-19.
A causa del coronavirus a Venezia non ci sono turisti. Caro sindaco e cari politici veneziani, siete contenti? Spero sinceramente di sì perché è quello che volevate. Non volevate né turisti, né negri, né terroni. Ora siete soltanto voi ad abitare la città che finalmente è ritornata ad avere l’acqua dei suoi canali pura e limpida e negli ultimi giorni si sono avvistati ben due delfini nella Laguna. Che spettacolo che è la natura! Certo, senza immigrati chi andrà a zappare la terra? Ma che importa, il nord non si ferma, e se Zaia dice che va bene sarà sicuramente cosi (precisando che, mi duole dirlo, ma al momento Zaia secondo me è il Governatore di Regione più lungimirante in assoluto, e ciò fa amaramente riflettere, almeno se paragonato al Ms. sceriffo Bonaccini e all’inqualificabile Santelli). 

Finalmente, non avrete più bisogno di attivare i tornelli d’ingresso alla città, la vostra polizia municipale imbruttita non dovrà più perseguire i “pericolosi criminali” che mangiano questo benedetto famosissimo panino in giro per le strade o addirittura non trovando una panchina si siedono a terra, che degrado, meglio le tangenti. Ora, finalmente, l’acqua alta potrà tranquillamente invadere le calli della città, indisturbata in ciò grazie all’opera Made in Veneto che di sicuro non si metterà in mezzo tra la natura e la bellezza del genio umano manifestata nella grandiosità regale della città.

Ma ora il sindaco “piange”, vuole i turisti e vuole supporto. Si decida. Però c’è un lato meno tragico in tutto ciò, almeno se ci affidiamo al vecchio detto che recita: mal comune, mezzo gaudio. Venezia non è lasciata da sola nella sua confusione quasi schizofrenica: il Governo nazionale, le Regioni, la Protezione Civile e l’Istituto Superiore di Sanità gli fanno compagnia. Mascherine si o mascherine no? Mascherine si, ma non sono obbligatorie. Mascherine si ma se non le avete mettetevi una sciarpa davanti alla bocca. Mascherine si ma io non la indosso perché mantengo la distanza di sicurezza. Ogni riferimento a fatti e persone è tragicamente reale.  

Il covid-19 colpisce i polmoni non il cervello, guai a smettere di ragionare criticamente, siamo cittadini e non soldati. Criticare significa usare quello spirito di discernimento di cui nessun decreto potrà mai privarci (a meno che non viviamo in Cina, Corea del Nord etc.). 

Milano da bere (Craxi docet) e Venezia "bevuta" dalla acque. Possiamo salvarci soltanto grazie al bello. E per questo dico: Grazie Venezia. 

Per ulteriori approfondimenti:
[1]: Limes rivista italiana di Geopolitica, Una Strategia per l’Italia, numero 2 del 2019. 
[4] Comune di Venezia: Comportamenti non consentiti
[10] Linkiesta: Lega Nord e ’ndrangheta: un rapporto che nasce prima di Belsitohttps://www.linkiesta.it/2012/04/lega-nord-e-ndrangheta-un-rapporto-che-nasce-prima-di-belsito/













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